Monti

Al centro della Gallura, a quattro chilometri dalla superstrada che in pochi minuti conduce all'aeroporto di Olbia e ai porti di Olbia e Golfo Aranci, alle falde della catena montuosa del Limbara

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Descrizione

Al centro della Gallura, a quattro chilometri dalla superstrada che in pochi minuti conduce all'aeroporto di Olbia e ai porti di Olbia e Golfo Aranci, alle falde della catena montuosa del Limbara posta a dominio di una vasta conca lussureggiante di vigneti e sugherete, Monti sorge nell'immediato entroterra della Costa Smeralda, uno dei litorali più belli e rinomati al mondo in cui spiagge, calette, insenature e isolotti di granito si specchiano nei fantastici colori di un mare di cristallo.
Nel centro abitato, che nella sua parte più antica conserva belle costruzioni in conci di granito, è notevole il campanile della parrocchiale di San Gavino, eretto intorno al Seicento e preesistente all'attuale edificio della chiesa.Uscendo da Monti lungo la statale 389 per Alà dei Sardi, si sale fra sughere e pini fino a giungere all'altopiano detto S'Ambiddalzu, dallo stupendo e solitario paesaggio di bassi cespugli ed enormi massi granitici erosi dal vento.
Deviando a sinistra al km 7,1 si giunge al santuario campestre di San Paolo Eremita, dalla bella e semplice architettura con pietre a vista. L'attuale impianto della chiesa risale al XVII secolo, ma una pergamena conservata nell'archivio parrocchiale fa risalire al 1348 la sua consacrazione ad opera di Marzochus, Vescovo di Bisarcio.
   

Nel medioevo il territorio di Monti rappresentava il confine orientale del Giudicato del Logudoro e risentì positivamente dei nuovi sviluppi storici. Fu assiduamente frequentato dai mercanti pisani che qui acquistavano pelli, grano, cereali e il legno dei boschi di cui erano ricoperte le valli e le colline della zona. La dominazione dei Doria è testimoniata dalla presenza dei resti del castello di Crasta, costruito nella seconda metà del Duecento ed espugnato dai Pisani già sul finire del XIII secolo. In seguito Monti divenne proprietà dei Malaspina, nel XIV secolo fu annesso al Giudicato di Arborea, quindi divenne dominio degli Aragonesi che lo cedettero in feudo alla famiglia Deffenu da cui passò alla famiglia Farina fino al 1839, anno in cui fu abolito il feudalesimo.

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Pagina aggiornata il 15/12/2023